A ogni riunione, a ogni richiesta per le nostre scuole ci sentiamo rispondere, come un mantra: "Non ci sono soldi".
Non ci sono soldi per assicurare a tutti i bambini di Milano un posto nei nidi e nelle materne (e se entrambi i genitori lavorano?), non ci sono per assegnare le educatrici a progetto (con buona pace della compresenza e della scuola di qualità), non ci sono per coprire tutte le assenze delle educatrici di sezione (e cosa succede quando l'altra educatrice finisce il turno, dopo pranzo?), non ci sono per dare le educatrici di sostegno a tutti i bambini disabili, non ci sono per fare tutte le manutenzioni e le bonifiche, non ci sono per comperare cibi bio...
E ora leggiamo sul Corriere (link) che il nuovo assessore al Bilancio propone il "blocco di tutte le spese non obbligatorie per legge". Però pare che la Regione versi ogni anno 51 milioni di euro in buoni scuola alle private (link), contravvenendo all'articolo 33 della Costituzione: “La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.
A Bologna il 26 maggio 2013 si voterà in un referendum per difendere l'articolo 33 della Costituzione. Ed è partita anche la raccolta firme nazionale (link). Non basterà a risolvere il problema, ovvio, ma sarebbe bello vedere che sulla scuola pubblica si decida di concentrare le risorse pubbliche. Che, evidentemente, ci sono.
E ora leggiamo sul Corriere (link) che il nuovo assessore al Bilancio propone il "blocco di tutte le spese non obbligatorie per legge". Però pare che la Regione versi ogni anno 51 milioni di euro in buoni scuola alle private (link), contravvenendo all'articolo 33 della Costituzione: “La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.
A Bologna il 26 maggio 2013 si voterà in un referendum per difendere l'articolo 33 della Costituzione. Ed è partita anche la raccolta firme nazionale (link). Non basterà a risolvere il problema, ovvio, ma sarebbe bello vedere che sulla scuola pubblica si decida di concentrare le risorse pubbliche. Che, evidentemente, ci sono.
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